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Lo chef Davide Oldani, in un’intervista a ‘La Repubblica’ non nasconde l’amarezza per la complicata situazione dell’Inter, nonostante con ottimismo e obiettività provi ad individuare dei punti di forza: “Spero nella rivalsa di chi è rimasto, iniziando da un settore, ovvero la difesa. Per vari motivi. Primo, non è partito nessuno di loro. Secondo, lì sono tutti fortissimi. Terzo, hanno gli attributi anche nello spogliatoio. Starà a loro innanzitutto far comprendere ai nuovi arrivati che non sono solo rimpiazzi di chi ha fatto le valigie, ma che sono entrati a far parte di una storia unica e fantastica“.
Barella e Bastoni, anima nerazzurra
Ecco come a pensa Oldani sull’addio tristemente celebre di Romelu Lukaku: “La lettera l’ho mollata alla terza riga, tanto mi faceva rabbia. Intendiamoci, lui si è comportato da professionista, da giocatore proprietà di un procuratore. Ovvio che noi tifosi speravamo in qualcosa di diverso, che fosse uomo anche fuori dal campo, oltre che dentro. Speriamo in Nicolò Barella, Lautaro Martinez e Alessandro Bastoni. Loro si che ci rappresentano, non sono arroganti, loro non devono andarsene“.
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Giudizio su Antonio Conte
“Grande allenatore, ma ha vinto uno scudetto, nient’altro. Voglio dire, l’anno prima scudetto perso per un punto ed Europa League persa in finale. Insomma, è più quello che non ha vinto che quello che ha vinto. Per piacere, non citiamo neppure José Mourinho o Helenio Herrera, loro sì erano vincenti. Simone Inzaghi è un’incognita, per ora. Certo, è di bella presenza, esperienza e grinta le ha: deve lavorare sull’orgoglio di chi è restato e di chi è arrivato. Edin Dzeko mi piace. Ero un po’ così anche io quando giocavo: 187 per 76, alto, bella stazza, però al contempo veloce, trascinatore, con fiuto del gol“.