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A Nord amato, a Sud odiato. È il destino di Hakan Calhanoglu nel momento in cui entra a San Siro, dove da una curva viene fischiato e dall’altra applaudito e incoraggiato. È stato bersaglio dei festeggiamenti dello Scudetto del Milan a maggio scorso, colpevole di aver cambiato casacca proprio prima della stagione in cui i rossoneri avrebbero vinto il campionato. Aveva deciso di vestire i colori dell’Inter e di tradire i suoi vecchi tifosi proprio con i rivali cittadini.
Prima con Montella, passando per Gattuso e Giampaolo, fino a Stefano Pioli, Calhanoglu non aveva mai impressionato al Milan. Piuttosto discontinuo, senza un preciso ruolo in cui potesse sfruttare al meglio le sue qualità, l’avventura del turco in rossonero non era stata assolutamente all’altezza. L’addio, figlio di una proposta di rinnovo ritenuta non congrua, si può dire gli sia valso un importante passo in avanti da un punto di vista tecnico e tattico.
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La scorsa stagione da mezz’ala, per colmare il vuoto lasciato da Christian Eriksen, è riuscito ad avere l’impatto atteso, senza tuttavia risultare decisivo come in questa stagione. L’infortunio di Brozovic ha costretto Simone Inzaghi a inventarsi qualcosa in cabina di regia e la scelta di Calhanoglu davanti alla difesa è sembrata la migliore della sua gestione. Ieri il turco ha dato l’ennesima prova di essere affidabile in mediana, con il tecnico nerazzurro che dal prossimo match avrà di nuovo a disposizione Brozovic.

Inter, la prova di Calhanoglu contro il Milan
Ha sempre dimostrato di poter giocare questo tipo di partite, sin dall’anno scorso. Sempre in modo provocatorio e senza mai risparmiarsi di fronte ai fischi del suo vecchio pubblico. Hakan Calhanoglu ieri ha fornito l’ennesima prova di grande personalità dal punto di vista tattico in un ruolo che sembra ormai appartenergli. Non particolarmente impegnato sul fronte difensivo, con un Milan abbastanza passivo per la maggior parte della gara, il turco è stato elemento chiave in fase di possesso nella metà campo avversaria.
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Sempre pronto alla ricezione del pallone, ha svariato lungo tutto l’asse del centrocampo per creare superiorità numerica contro lo schieramento rossonero compatto. Si è reso protagonista in una delle sue specialità, la palla inattiva. È lui a battere il calcio d’angolo decisivo per il colpo di testa di Lautaro Martinez che è valso i tre punti all’Inter. Un assist per il quale non si è contenuto, decidendo di rispondere ai suoi vecchi tifosi intenti poco prima a intonare cori contro di lui.
Come sempre una partita equilibrata, in cui Calhanoglu non si è risparmiato. Pare non avere subito in alcun modo il peso del match, anche in un ruolo che non gli appartiene. Inzaghi ha deciso di affidarsi ancora una volta a lui davanti alla difesa, preferendolo anche ad Asllani, che di mestiere farebbe proprio il regista. Una scommessa che ha vinto e di cui vuole usufruire per il maggior tempo possibile. Adesso, però, è scoccata il gong, quello del ritorno di Brozovic. La curiosità verte quindi sulla gestione del tecnico nerazzurro nelle prossime partite.

Inter, il ritorno di Brozovic e il ruolo di Calhanoglu
Con il ritorno di Brozovic, Inzaghi ritrova una delle sue pedine fondamentali dopo una lunga assenza che, a differenza dello scorso anno, si è fatta sentire relativamente. Circa un anno fa, con i problemi fisici che aveva accusato il croato, l’Inter aveva riscontrato delle difficoltà non avendo un regista di ruolo in panchina. Quello stop che portò i nerazzurri a perdere terreno contro il Milan fu anche figlio dell’assenza del numero 77, imprescindibile nell’economia di gioco interista.
Quest’anno Inzaghi si è inventato qualcosa e ha fatto di necessità virtù, con Calhanoglu assolutamente a suo agio e che si è affermato come un centrocampista duttile e bravo in entrambe le fasi. Adesso il recupero di Marcelo Brozovic può complicare le cose, con Inzaghi che, probabilmente suo malgrado, dovrà rimettere il numero 20 nerazzurro nel ruolo di mezzala. Una volta trovata una quadra e, contestualmente, una continuità di rendimento, viene da porsi l’interrogativo: sarà la scelta giusta?
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La risposta non può che essere affermativa. Brozovic costituisce una sicurezza in casa nerazzurra in cabina di regia ormai da diverse stagioni. Luciano Spalletti ne aveva compreso le qualità da palleggiatore e la dedizione al sacrificio e alla fase difensiva, rendendolo uno dei migliori mediani della Serie A. Con Conte ha imparato ad avere dimestichezza con il sistema del 3-5-2, di cui è protagonista anche con Inzaghi. Il ritorno di Brozovic non toglie nulla all’Inter, bensì aggiunge. Il fatto di avere l’opportunità, anche a partita in corso, di spostare Calhanoglu davanti alla difesa, costituisce sicuramente un’arma in più per i nerazzurri.