Dal ritorno in campo dopo la sosta per il Mondiale in Qatar, Simone Inzaghi non ha mai schierato dal primo minuto Denzel Dumfries. Solo spezzoni di partita per il numero 2 nerazzurro, che ha accumulato appena 24 minuti con l’Inter in campionato in questo 2023. Gli interrogativi settimana dopo settimana si ripresentano uguali e progressivamente più pressanti; in particolare, l’ultima sconfitta contro l’Empoli e il suo mancato impiego hanno contribuito a rendere ancora meno serena la situazione dell’olandese.
Situazione che si presenta complicata sul piano fisico, come spiegato da Inzaghi nel post-partita dell’ultimo match. Tornerà a completa disposizione, sembrerebbe, sabato 28 gennaio, per la sfida in casa della Cremonese. Le fatiche qatariote non paiono essere state smaltite dall’olandese, che, quando chiamato in causa, ha mostrato di non essere in condizione. L’unica partita in cui è stato schierato dall’inizio, quella contro il Parma in Coppa Italia, ha rivelato tutte le problematiche che il difensore sta affrontando in questo momento.
Problematiche che, però, potrebbero non risolversi con il ritrovamento della forma fisica. È inevitabile considerare anche la questione mercato e le voci delle ultime settimane. Dumfries è stato accostato a tante big europee, tra cui Chelsea e Real Madrid, figurando al primo posto (dopo Skriniar, ça va sans dire) tra i candidati a lasciare l’Inter in questa sessione di mercato. Una serenità che è mancata e che, con la fine del mercato, Inzaghi spera di ritrovare.
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Inter, Dumfries e l’eredità di Hakimi
Arrivato all’Inter nel mercato estivo del 2021 dal PSV Eindhoven, Denzel Dumfries era stato scelto come l’erede di Achraf Hakimi, partito in direzione PSG proprio qualche settimana prima. Le difficoltà finanziarie dei nerazzurri e la necessità di una plusvalenza avevano costretto Marotta e Ausilio ad accettare una lauta offerta da parte dei parigini. La ricerca di un sostituto e di qualcuno che, per caratteristiche, potesse ereditare quella fascia era ricaduta proprio su Dumfries.
Tante le somiglianze e tante anche le differenze tra i numeri 2 che si sono succeduti in nerazzurro. Hakimi era arrivato a Milano dopo le esperienze nel Real Madrid e nel Borussia Dortmund, con un bagaglio europeo abbastanza ricco e una veloce capacità di ambientarsi. Le sue grandi qualità e la presenza di un tecnico come Antonio Conte hanno condotto il marocchino ad affermarsi come uno dei migliori esterni destri d’Europa.
Bravo nello stretto e soprattutto letale a campo aperto, Hakimi era sempre messo nelle condizioni di sfruttare al meglio le sue caratteristiche. La costruzione dal basso dell’Inter e il gioco negli spazi lasciati dal pressing avversario aveva portato l’attuale calciatore del PSG a realizzare 7 gol e 11 assist in stagione. Dumfries ha nella velocità e nella grande prestanza fisica la sua dote principale, sebbene in questi due anni non sia stata sfruttata a pieno.
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Inter, Dumfries nel gioco di Inzaghi
Forse non è proprio il tipo di esterno che Inzaghi predilige e, probabilmente, non lo è nemmeno Gosens, impiegato col contagocce dallo scorso anno. Entrambi giocatori di gamba, bravi negli spazi, ma non con grandi capacità nel palleggio o in fase di impostazione. Un giocatore come Perisic lo scorso anno ricalcava perfettamente le caratteristiche che richiede Inzaghi per il quinto del suo centrocampo; quest’anno è il turno di Dimarco, meno strutturato fisicamente e con meno velocità a campo aperto, ma decisivo negli ultimi trenta metri.
Proprio per questo Dumfries, pur dopo una prima stagione con 5 gol e 5 assist, al suo secondo anno all’Inter sta facendo maggiore fatica. Conte predisponeva la squadra per lanciare in ripartenza Hakimi e Lukaku, mentre Inzaghi tende a tenere un baricentro più alto e ad avere in mano il pallino del gioco. Non è un caso che anche il belga abbia fornito, in quelle poche occasioni in cui è sceso in campo, prestazioni tutt’altro che sufficienti.
Restano però ancora un ampio margine di crescita e, soprattutto, diverse attenuanti. Una su tutte, il momento negativo che ha coinvolto, alternativamente, gran parte dell’organico nerazzurro. L’Inter ha disputato un girone di andata nel segno della discontinuità, con pochi calciatori che hanno mostrato costanza di rendimento. Una ripresa della squadra metterà indubbiamente Dumfries nelle condizioni di fare meglio e, forse, di far vedere a San Siro quello che ha mostrato in Qatar.