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Un ambiente fumantino come quello dell’Inter è spesso soggetta a degli incredibili colpi di testa che, il più delle volte fanno pensare che la gestione del club non sia delle migliori. La sceneggiata, se si può chiamare così, nel corso del match contro la Sampdoria, dimostra effettivamente che alcuni tasselli fanno ancora fatica a combinarsi. I protagonisti, Romelu Lukaku e Nicolò Barella, seppur legati da una forte amicizia come sottolineato dal tecnico Simone Inzaghi, hanno soltanto confermato i pensieri attorno alle tensioni dello spogliatoio nerazzurro.
L’inizio della stagione in cui sono stati persi tanti punti troppo facilmente, la sessione di calciomercato invernale che ha messo in dubbio l’attaccamento alla maglia di quelli che sono stati considerati pilastri della Beneamata nel corso degli ultimi anni e soprattutto i rumors che aleggiano attorno ad un possibile cambio di panchina al termine della stagione hanno fatto sì che le fondamenta di quella stabilità raggiunta nel corso del tempo, anche dopo l’estate, diventassero man mano sempre più fragili. Allora resta da chiedersi, qual è la soluzione a tutto questo?
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Inter, Inzaghi come punto di riferimento
Per prima cosa c’è da tenere in considerazione che le partite sono preparate nei minimi dettagli dal tecnico che, però, sembra non aver il pieno sostegno dei suoi uomini, almeno per quanto riguarda i match contro le piccole. Inzaghi, infatti, riconosciuto in tutta la penisola italiana come uomo delle Coppe – e lo ha dimostrato anche quest’anno con la vittoria della Supercoppa contro i cugini del Milan– non ha lo stesso appeal nelle gare più semplici da affrontare. Come abbiamo già visto, l’Inter ha faticato e ha perso punti con squadre di media-bassa classifica, come Empoli, Sampdoria e Monza. L’atteggiamento della Beneamata in queste gare infatti è sembrato quasi superficiale e a tratti presuntuoso.
La qualità tecnica degli uomini del tecnico piacentino è indubbia ma, senza una guida sicura e stabile lungo tutto il percorso stagionale, è impossibile poter pensare di ambire alla vittoria del campionato. Le probabilità che quindi Inzaghi possa lasciare la panchina a termine del campionato diventano sempre più alte, ma ciò non dovrebbe modificare l’importanza che ha l’allenatore nella sostenibilità della squadra. Per ritrovare un ambiente quantomeno tranquillo, l’ex Lazio dovrà far leva sulle motivazioni sia personali che di squadra di ogni giocatore e ritornare a tenere in mano le redini dello spogliatoio, per evitare che episodi come un semplice cambio, come nel caso di Alessandro Bastoni in Udinese–Inter, o una sbracciata possano influire negativamente sulla prestazione in campo di tutta la squadra .
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Inter, problemi di vertice e tattici
Messa costantemente sotto i riflettori, spesso e volentieri l’Inter e tutta la società sembrano non riuscire a sostenere la pressione mediatica attorno alla squadra, ma non solo. A livello prettamente strutturale, la formazione nerazzurra manca di elementi fondamentali per avere più chance di rendersi pericolosa. La soluzione a questi problemi però sono da ricercare al vertice, ancor più su di Simone Inzaghi. Le strategie usate da qualche anno a questa parte dalla famiglia Zhang non hanno portato ai risultati sperati, per scelte a livello di calciomercato ma anche a livello strettamente dirigenziale.
L’esempio più semplice da poter tenere in considerazione è la mancanza di un reale sostituto di Ivan Perisic. Federico Dimarco e Robin Gosens si alternano sulla fascia di sinistra facendo comunque un ottimo lavoro. Ma, dando un’occhiata alle statistiche si evince la totale mancanza di un giocatore che salti l’uomo diventando rendendo la squadra nettamente più pericolosa, compito all’ordine del giorno per il croato. A parte Barella e Lautaro, infatti, lo scacchiere interista, manca di una personalità così forte da riuscire a mantenere l’uno a uno per poi andare direttamente in porta.

La priorità sul mercato poi, è stata dedicata ad un vice-Brozovic, Kristjan Asllani, che ha visto il campo in rarissime occasioni per tentare di salvaguardare quanto più possibile la sua figura dalla mancanza di esperienza. Facendo ciò, però, l’italo-albanese non ha avuto alcuna possibilità di riuscire a mettere in mostra le sue qualità ed è finito in uno dei gradini più bassi della gerarchia nerazzurra per occupare uno slot del centrocampo dell’Inter.
Rimediare quindi a questa defaillance di mercato sia da parte di Piero Ausilio che di Giuseppe Marotta e recuperare la fiducia persa nei giovani potrebbe tornare utile al fine di tornare ad essere una squadra competitiva su tutti i fronti, con scelte adatte per qualsiasi tipo di gara da dover affrontare. In più bisognerebbe rivedere le priorità sul piano della progettualità, che deve inevitabilmente strizzare l’occhio al prossimo futuro, con i fondi americani che potrebbero insediare l’attuale impero di Steven Zhang.