- Continua a leggere sotto -
“Bisogna accettare anche quando non si vince”. Una frase che spesso ci hanno ripetuto da piccoli, per aiutarci a godere della bellezza dello sport e non farci ossessionare dalla vittoria. Tutto giusto in un mondo ideale, tuttavia Antonio Conte vive per la vittoria e l’Inter è a caccia di uno Scudetto che manca da tanto, troppo tempo. Ecco perché il virgolettato di Maresca è parso fuori contesto, una ramanzina che l’arbitro avrebbe potuto destinare ad altri ed in altre occasioni.
Il direttore di gara dev’essere in grado di comprendere il momento e, sebbene il nervosismo di Conte ed Oriali ad Udine sia figlio della mancata vittoria, non spetta a lui ergersi al di sopra delle parti. Il tecnico dell’Inter ne è consapevole e, alla luce delle sue risposte di ieri, rischia una maxi squalifica.
- Continua a leggere sotto -

Inter, Conte a muso duro: rischio maxi squalifica
L’espulsione di Antonio Conte in Udinese-Inter nasce dall’ennesimo diverbio tra l’allenatore e l’arbitro Maresca, stavolta sui minuti di recupero da assegnare. “4 minuti erano pochi” dirà l’ex Juve e Chelsea nel dopo-partita, come poca è stata l’incisività della sua Inter davanti ai guantoni di Musso. Bene, dunque, ricordarsi che l’arbitro non dev’essere un alibi, sebbene la sua conduzione abbia lasciato molto a desiderare.
Uscendo dal campo, Conte – secondo La Gazzetta dello Sport – avrebbe contestato anche la mancata espulsione di Arslan a metà del primo tempo. Da qui, la situazione si è appesantita, con la frase di Maresca e il tecnico dell’Inter a muso duro negli spogliatoi e ripreso più volte dai suoi collaboratori. Il rischio squalifica è forte: l’ultima parola al giudice sportivo.