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Si fa sempre un po’ fatica a paragonare un giocatore dei giorni nostri con uno che ha vissuto il culmine della propria carriera calcistica in un periodo storico che non ha nulla a che vedere con quello moderno. Si rischia infatti molto spesso di accostare due profili per la sola somiglianza a livello tecnico, senza tener conto di tutte le altre caratteristiche che fanno di un calciatore un grande, degno di prendersi un posto speciale tra le pagine che compongono il meraviglioso romanzo della storia del calcio.
Raramente però può capitare che, soltanto attraverso un semplice movimento, si riesca a rivivere quella stessa emozione che si provava nel vedere il proprio idolo calcare i campi da gioco. Quando si tratta di Inter, cadere in quel tipo di cliché è molto semplice, sia per via dell’esposizione mediatica del club, sia per la qualità tecnica di alcuni componenti della formazione ora sotto la guida tecnica di Simone Inzaghi, ma anche e soprattutto per la grande quantità e la varietà qualitativa dei campioni che hanno vestito la maglia nerazzurra nel corso del tempo.
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Barella e Stankovic: tra Inter e Sampdoria
Se si tratta di Nicolò Barella, però, diventa fin troppo facile paragonarlo ad uno dei centrocampisti più forti ad aver vestito la maglia dell’Inter. La somiglianza del nativo di Cagliari all’eroe del Triplete Dejan Skankovic è indubbia, per le caratteristiche tecniche e per la personalità dimostrata nel rettangolo verde. E, ancora una volta, come è già successo durante il girone di andata di Serie A, il ragazzo classe 2006, l’11 febbraio avrà l’ennesima possibilità di giocare e mettersi in mostra davanti a quello che in realtà è il suo idolo sin da bambino e magari, chissà, mettendo a segno l’ennesima rete che servirebbe al giovane per eguagliare il suo record di reti segnate in campionato.
Infatti, attualmente, Barella si trova a quota 5 centri in campionato, a meno uno dal suo record personale messo a segno durante la sua avventura a Cagliari nella stagione 2017/2018. Caso vuole che, proprio la sua ultima rete, dopo tre consecutive, è stata una delle tre a ferire la Sampdoria ad ottobre già guidata dal tecnico serbo. Una rete alla Stankovic, per dirla tutta: controllo con il suo piede preferito, il destro, per poi scagliare una saetta che lascia il portiere dei blucerchiati Audero inerme.
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Inter, Barella e Stankovic: quantità e passione
Se c’è un elemento che accomuna Stankovic e Barella è sicuramente la grinta e quella passionalità messa in campo, oltre alla fede nerazzurra mai nascosta. Deki è stato spesso definito come il “braccio armato” dell’Inter di Mourinho, un giocatore grintoso e passionale, un vero e proprio soldato. Ma il Drago non era solo questo: la sua tecnica forse non era equiparabile a quella di Cambiasso o Sneijder, senza ombra di dubbio però il classe 1978 era dotato di un tiro perfetto, soprattutto dalla distanza. Un mago delle punizioni, con qualità balistiche evidenti, con capacità da mezzala in un centrocampo a tre o addirittura da trequartista.

Giocatore instancabile è anche Nicolò Barella, che se sotto la guida di Antonio Conte ha affinato le sue caratteristiche tecniche, con Simone Inzaghi ha sicuramente acquisito maggiore consapevolezza dei propri mezzi, fino a diventare, anche lui imprescindibile per l’Inter. Preferibilmente mezzala, con una netta propensione al gioco verticale, l’ex Cagliari riesce a dare una propria interpretazione al ruolo affidatogli. Il numero di dribbling riuscitogli, ben 19 – il maggiore tra tutti gli altri giocatori della Beneamata– evidenziano proprio la sua capacità di andare a cercare l’uno contro uno per creare più possibilità di andare a rete per i propri compagni.

Inoltre, entrambi i giocatori hanno dato un aiuto nel far raggiungere la gloria all’Inter. La carriera per il numero 23 nerazzurro è sicuramente ancora lunga, ma fino ad ora Barella ha aggiunto al suo palmares uno scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, tutte da assoluto protagonista. Non sarà certamente facile raggiungere tutto ciò che è stato raggiunto dal suo idolo, ma il cagliaritano, ad ora, rappresenta un’assoluta certezza per l’Inter e per i tifosi.