L’ex arbitro e ora membro del team Champions targato Amazon Gianpaolo Calvarese, ha parlato così in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, elencando ed esponendo i motivi che l’hanno portato alle dimissioni.
La scelta dimissioni
“E’ stata una decisione difficile, ma l’ho presa per seguire da vicino la mia azienda di integratori. Vorremmo lavorare con squadre professionistiche e la scelta di dimettermi è stata la sola possibile per non incorrere in eventuali conflitti d’interesse. Avrei potuto fare un altro anno, Amazon è arrivata più tardi. Mi ha preso in contropiede, ma è un’opportunità stimolante. Mi mancherà l’adrenalina da campo“.
Var
“Sbagliare il meno possibile è l’obiettivo primario, non sbagliare è impossibile. Le critiche sono motivo di crescita, anche quelle dei tifosi: il calcio è di tutti. Fino a quando non vengono strumentalizzate. Quando si sbaglia bisogna dirlo, senza infierire. Nel 2021 comunicazione e connessione tra addetti ai lavori sono fondamentali. E’ una svolta epocale, per migliorare occorre del tempo. La nuova governance Aia sta lavorando in tal senso, l’esperimento è stato un incipit, la strada non va abbandonata“.
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Inter-Juve
“Le polemiche fanno parte del calcio, il clamore mediatico di certe gare amplifica le decisioni. La gestione di Inter-Juve poteva essere migliore e me ne rammarico, ma non mi fate entrare negli episodi specifici, creerebbero ulteriori discussioni che potrebbero essere anch’esse strumentalizzate, da una o dall’altra squadra o da terzi. La mia decisione di dire basta non c’entra nulla con quel match, è determinata da altri elementi, come ho detto. C’era la possibilità di proseguire come arbitro e non solo come Var, ma ho scelto di lasciare per la mia azienda. I club non mettono pressione, ma una decisione può spostare equilibri economici importanti: l’unica arma è prendere buone decisioni e per prenderle bisogna essere preparati. Gli arbitri devono essere consapevoli che un fischio pesa e costa milioni“.