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Nel cuore del King Fahd International Stadium, l’Inter vince e convince contro i cugini del Milan assicurandosi il primo trofeo stagionale. La Supercoppa Italiana finisce così nelle mani dei ragazzi allenati da mister Simone Inzaghi, capace di trionfare ben quattro volte su quattro in questa specifica competizione. Le due squadre si sono presentate al match con diverse incognite legate allo stato di forma, ma i nerazzurri sono stati in grado di reagire alla grande tirando fuori una prestazione maiuscola sotto tutti i punti di vista. Il sipario del derby si chiude con un 3-0 che non lascia scampo al Milan e che manda in festa i tifosi dell’Inter.

La difesa: Onana sicuro, torna il bunker
La prova da dieci e lode dell’Inter in Supercoppa parte dal basso. Uno dei maggiori punti interrogativi di questa squadra è sempre stato il pacchetto arretrato, colpevole di aver spesso espresso poca solidità e lucidità nei momenti clou: troppi gol subiti, ma non questa volta. Tra i pali André Onana si è dimostrato ancora affidabile, è riuscito a dare ordine alla manovra difensiva e si è fatto trovare pronto nelle varie fasi del match. La vera sorpresa è però Francesco Acerbi, che ha definitivamente preso il suo posto al centro della difesa al posto di un incerto Stefan de Vrij.
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L’ex difensore della Lazio è apparso sempre attento e ben posizionato, supportato alla grande da Bastoni e Skriniar. Per quanto riguarda il primo fa senz’altro piacere notare la maggior tranquillità palla al piede rispetto alle gare precedenti, sia in fase di disimpegno che in impostazione. Il secondo invece ha fornito un’altra prestazione solida e attenta, il che non è assolutamente da sottovalutare vista la situazione contrattuale che lo riguarda e che sicuramente avrebbe potuto togliergli sicurezza. Milan Skriniar è ancora al centro delle trattative e il suo futuro è incerto, ma per una serata si è preso la sua Inter e ha potuto festeggiare un altro trofeo.

Quintetto di centrocampo: l’Inter è un’orchestra
Se il gioco espresso nelle ultime partite non aveva entusiasmato più di tanto, contro il Milan si è vista forse la miglior Inter stagionale. Gran parte del merito è senz’altro di un centrocampo assolutamente perfetto, capace di accorciare, raddoppiare e chiudere, ma anche di impostare, ripartire e rifinire. Mkhitaryan è forse il giocatore che ha brillato di meno, ma che è riuscito comunque a dare qualità per gran parte della gara, risultando spesso presente in appoggio e anche in marcatura.
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Il grande ex Calhanoglu invece si è finalmente concesso una bella soddisfazione, giocando una gara di altissimo livello: il turco per larghi tratti è stato a dir poco onnipresente, un vero uomo in più per questa Inter perfetta. Nicolò Barella, pur a mezzo servizio a causa dell’ultimo infortunio, ha messo subito le cose in chiaro con l’assist per l’1-0 che ha aperto le marcature. Il motorino ex Cagliari è indispensabile per la squadra di Inzaghi e ogni volta che gioca fa la differenza.
La fascia destra è stata presidiata senza sbavature da Matteo Darmian, che è riuscito a contenere alla grande le folate offensive di Rafael Leao. La fascia sinistra è stata invece terra di conquista di un incontenibile Federico Dimarco, capace di sbloccare la gara con una rete importantissima e di creare continui problemi alla retroguardia difensiva rossonera. In poche parole, il quintetto del proverbiale 3-5-2 ha funzionato alla grande e ogni meccanismo è apparso oliato al punto giusto.

La coppia migliore del mondo: Dzeko e Lautaro
Il tandem offensivo dell’Inter ha regalato spettacolo e, soprattutto, gol. Nella rete del vantaggio iniziale c’è lo zampino anche di Edin Dzeko, che con un sopraffino passaggio di prima ha innescato l’inserimento di Barella che ha poi servito la palla per il gol di Dimarco. Il 2-0 porta invece direttamente la firma del centravanti bosniaco, che si mette in proprio e indirizza il derby in maniera netta. “Devo fare 22 anni” ha dichiarato il buon Edin ai microfoni di Mediaset, evidentemente bisogna credergli visto che l’entusiasmo dimostrato e l’ennesima super prestazione non hanno nulla a che vedere con la sua carta d’identità.
Se Dzeko dipinge, Lautaro Martinez suona. Senza il suo gemello Lukaku costretto a rimanere in panchina, il Toro chiude i conti con un acuto bellissimo: il 3-0 è una commistione meravigliosa di furbizia, forza fisica e capacità tecnica nella realizzazione. Ne ha fatto le spese il povero Tomori, simbolo di un Milan in ginocchio e mai in partita. L’intesa tra i due attaccanti nerazzurri continua a crescere partita dopo partita e la resa in campo nel derby è stata di primissimo livello per entrambi.
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Inzaghi alza la coppa, l’Inter guarda al futuro
Il tris calato dall’Inter in Supercoppa è un traguardo importante, ma al contempo un importante punto di partenza. Al Milan non resta che leccarsi le ferite e fare mente locale sugli errori commessi nelle ultime uscite: l’eliminazione in Coppa Italia per mano del Torino e questo tonfo coi rivali nerazzurri hanno messo sicuramente sui binari sbagliati il treno rossonero. Il tecnico Stefano Pioli dovrà rimboccarsi le maniche per cercare il bandolo della matassa e risollevare una squadra che al momento sembra fin troppo scarica.
La sensazione nel prepartita era che questa Supercoppa potesse essere un vero e proprio crocevia stagionale per trovare la giusta convinzione dei propri mezzi e continuare il difficile percorso in vista dei prossimi impegni in campionato e in coppa. E il successo ottenuto dovrà essere la benzina che alimenterà il motore nerazzurro nei prossimi mesi. C’è una rincorsa al Napoli da continuare, mentre il doppio impegno di Champions League col Porto si avvicina a grandi passi.

Corsa, determinazione e tanto cuore: sono questi gli elementi che, assieme alla qualità, hanno permesso all’Inter di imporsi senza troppi problemi ai danni del Milan. Il tempo per festeggiare è però poco per Simone Inzaghi, che ora dovrà già pensare ai prossimi importanti match da approcciare col giusto entusiasmo e la stessa grinta mostrata contro i rossoneri, per continuare a far ardere il fuoco di questa apoteosi nerazzurra.